Alimentazione e ortopedia, alleate per la cura delle articolazioni

Nutrizione e ortopedia sono strettamente collegate, più di quanto si possa pensare. L’obesità è tra le cause più ricorrenti di problemi alle articolazioni, soprattutto anca, ginocchio e colonna vertebrale. Inoltre, l’eccesso di peso è un fattore negativo in caso di operazione per l’innesto di protesti, sia nella fase preparazione che in quella di riabilitazione. Meglio, quindi, imparare a difendere le proprie articolazioni con una corretta alimentazione.

Cosa c’entra la dieta con le articolazioni? E perché mettere in correlazione il dimagrimento con un intervento di protesi d’anca o di ginocchio? La risposta è nel peso e negli effetti negativi che un suo eccesso provoca su tutto il corpo. Da una parte, il peso eccessivo accelera il processo degenerativo artrosico. Dall’altra, avere addosso troppi chilogrammi influenza il successo di un’operazione all’anca o al ginocchio. Per queste ragioni, un approccio multidisciplinare che mette insieme nutrizione e ortopedia può essere un valido alleato sia nella prevenzione dei disturbi alle articolazioni, sia nella fase pre e post-operatoria, qualora un intervento risultasse necessario.

Difendere le articolazioni controllando il proprio peso

La correlazione tra obesità e disturbi ortopedici è molto forte, in particolare per quanto riguarda le patologie artrosiche. L’eccesso di peso, infatti, influisce sia direttamente che indirettamente sul processo di usura che, in queste malattie, colpisce le cartilagini delle articolazioni. Direttamente, perché le costringe a sopportare costantemente carichi elevati. Indirettamente, perché innesca meccanismi biochimici e metabolici che, a loro volta, sono causa dell’infiammazione e della conseguente degenerazione cartilaginea.

Le zone più colpite sono l’anca, il ginocchio, il piede e la zona lombo-sacrale della colonna vertebrale. Le conseguenze di queste patologie sono progressive e, nei casi più gravi, invalidanti, perché provocano forti dolori che inibiscono anche le azioni più semplici della vita quotidiana, come una banale passeggiata. Imparare a controllare il proprio peso e ad alimentarsi in maniera sana ed equilibrata, quindi, è il primo passo per prendersi cura delle articolazioni, prevenendone l’usura.

Dimagrire per un intervento di artroprotesi

Quando i problemi di artrosi si sono aggravati al punto tale da abbassare notevolmente la qualità della vita del paziente, l’intervento che può risultare davvero risolutivo è quello che prevede l’innesto di protesi. Le due operazioni di questo tipo più comuni sono quella dell’anca e quella del ginocchio. Anche in questo caso, però, il peso della persona che deve entrare in sala operatoria svolge un ruolo decisivo, sia nella fase preparatoria che in quella di riabilitazione a posteriori. L’obesità, infatti, aumenta i rischi di complicazioni e tende a rendere più difficile e lungo il decorso post-operatorio, che prevede una complessa fisioterapia. Un’altra volta, quindi, l’approccio multidisciplinare si dimostra il migliore e il ruolo del nutrizionista, che affianca l’ortopedico, diventa fondamentale.

Perdere peso prima dell’intervento chirurgico

Ogni intervento chirurgico porta con sé il rischio di complicazioni. Un corpo obeso si espone a pericoli maggiori: infezioni, cattiva guarigione della ferita chirurgica, trombosi venosa profonda, mobilizzazioni delle protesi e loro usura più veloce, eccetera. Inoltre, normalmente, un’operazione su una persona obesa dura di più e questo la rende ancora più rischiosa.
Come si può ovviare a tutto ciò? Impostando, per tempo, una dieta dimagrante di avvicinamento all’intervento. Fortunatamente, infatti, le artroprotesi sono operazioni programmate e non urgenti, prima delle quali è possibile (e consigliabile) prendersi il giusto tempo per diminuire il peso.

Dimagrimento e fisioterapia

Gli interventi per l’inserimento di protesi richiedo lo svolgimento di un programma di riabilitazione e fisioterapia sia prima che dopo l’operazione. In entrambe le fasi, l’alimentazione gioca un ruolo determinante, su tre fronti:

  • Riparazione tissutale: il processo biochimico di rigenerazione dei tessuti non può prescindere dalla presenza di un corretto apporto nutrizionale;
  • Infiammazione: l’infiammazione è il naturale corollario della riparazione tissutale, ma è accettabile solo quando limitata nel tempo, mentre un paziente obeso si trova in una costante condizione di infiammazione che può provocare l’allungamento dei tempi di recupero o l’insorgere di aderenze e addirittura di fibrosi;
  • Sovraccarico funzionale: si concretizza in una situazione in cui la ripetizione costante di movimenti provoca sollecitazioni meccaniche eccessive a carico delle strutture articolari, predisponendole all’usura.



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