La prima visita con il nutrizionista serve a far conoscere professionista e paziente e ad acquisire alcune informazioni fondamentali per l’impostazione della dieta. Ecco perché è importante affrontarla al meglio, magari sapendo come funziona e cosa succede durante l’appuntamento.
Se è vero, come sostiene un detto popolare, che la prima volta non si scorda mai, è altrettanto corretto sottolineare come certe prime volte siano in grado di mettere un po’ di ansia a chi le sta per vivere. La prima visita con un nutrizionista rientra in questa categoria, perché spesso la si concepisce come un esame. Non è affatto così. Piuttosto, la visita con cui si decide di iniziare un nuovo percorso alimentare va considerata come un momento di reciproca conoscenza. Il nutrizionista conosce il paziente a trecentosessanta gradi. Il paziente conosce il nutrizionista e ne ricava una prima impressione, che magari lo aiuta a cominciare a fidarsi di lui. Quindi, è importante arrivare alla prima visita tranquilli, pronti a fare domande per chiarire tutti i dubbi e a farsi guidare. Per riuscirsi, può essere utile sapere per sommi casi cosa avviene durante la visita, tenendo bene a mente, però, che alcune attività cambiano da professionista a professionista, perché ognuno ha il proprio metodo.
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L’importanza della prima visita nutrizionale
Prima di vedere ne dettaglio cosa succede durante una prima visita nutrizionale è però bene soffermarsi ancora un attimo sull’importanza che questo “primo appuntamento” riveste. La reciproca conoscenza, come già detto, è un punto cardine. Ma la cosa più importante è che la prima visita serve al nutrizionista per fissare il punto di partenza, le condizioni di inizio del percorso alimentare. È in questo momento che si acquisiscono informazioni chiave, sia per calibrare al meglio la dieta, scegliendo il regime che meglio si addice alle condizioni e allo stile di vita della persona chiamato a seguirlo, sia per avere dei parametri di riferimento da utilizzare nei successi controlli al fine di monitorare i progressi. Ecco perché è cruciale che il paziente sia sincero e chiaro nel raccontare le proprie abitudini alimentari e il proprio rapporto con il cibo. Allo stesso tempo, un nutrizionista che utilizza strumentazione tecnologicamente avanzata sarà in grado di acquisire dati molto dettagliati, migliori per impostare il lavoro.
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Come si svolge la prima visita dal nutrizionista
Per quanto riguarda la concreta operatività, cioè cosa accade ne dettaglio durante la visita con il nutrizionista, è possibile indentificare due attività imprescindibili: anamnesi e analisi bioimpedenziometrica.
L’anamnesi serve per raccogliere tutte le informazioni sullo stato di salute del paziente e sul suo modo di mangiare. A tal fine, è molto utile portare con sé analisi del sangue e delle urine, elenco degli eventuali farmaci assunti e documentazione medica specialistica se presente. Non si deve tralasciare nulla: meglio fornire un’informazione in più al nutrizionista che una in meno.
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L’analisi bioimpedenziometrica, invece, serve a valutare la composizione corporea, cioè la percentuale di massa grassa e massa ossea da cui è costituito il corpo del paziente. Inoltre, con questa operazione si riesce a rilevare anche il livello di idratazione. Questo tipo di analisi può essere realizzata con body scanner e/o bioimpedenziometro.
A seconda dei casi, poi, a questi due esami possono aggiungersene altri. Ad esempio, nel caso degli sportivi, può essere opportuno affidarsi a un’analisi stratigrafica, per misurare accuratamente lo spessore dei muscoli. In altri casi, invece, soprattutto con pazienti donne, può essere utile il ricorso alle lastre termografiche per rilevare e studiare la cellulite eventualmente presente.

Dott. Pietro Mignano
Biologo Nutrizionista e Farmacista